Giovedì 20 giugno alle 13, Max Bressan (che conosco da circa 15 anni in AGESCI – Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, era Incaricato nazionale Pace e non violenza, quando io ero Responsabile Regione Lombardia) è venuto a prenderci a Gradisca e ci ha portato a Gorizia.
O meglio, al Carcere di Gorizia, non perché ci volessero mettere dentro, ma perché nell’ambito del progetto Carcere in movimento del Consorzio di cooperative sociali Il Mosaico di Udine e Gorizia è prevista anche una parte legata al “cammino” coordinata da Massimo Bressan, volontario della Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia.
Nell’incontro di giovedì con Sara Bonfanti abbiamo raccontato le nostre esperienze di Montagna e la dimensione di “libertà” che portano in sé. Con la decine di ragazzi detenuti abbiamo interagito, ho percepito il loro desiderio di libertà e anche di paura nel gestirsela. È stato un incontro profondo, che ha aperto reciprocamente spazi di speranza.
Ci hanno regalato le parole che descrivono il senso della montagna. Parole forti piene di significato.